sabato 22 dicembre 2007

La fine del foie gras come noi lo conosciamo

Gli apprezzatori della buona cucina forse gradiranno assaporare ogni tanto, magari in questi giorni natalizi, una delle specialità per eccellenza della cucina francese. Molti però, il foie gras, proprio non riescono a mangiarlo.
Non si tratta solo di vegetariani convinti, ma semplicemente di persone che sanno come il foie gras viene preparato. Il fegato d'oca sovradimensionato è infatti prodotto con metodi brutali ai danni delle oche da allevamento: tubi in gola che pompano in continuazione cibo, zampe inchiodate al suolo in modo tale che l'oca continui ad ingurgitare fino a che il fegato esploda, condizioni di vita che definire pessime è un eufemismo.
Ma finalmente questa barbarie è destinata a vedere una fine: in alcuni Stati degli U.S.A., una volta tanto all'avangardia per quanto riguarda i diritti animali, hanno messo al bando il foie gras creato con il cosiddetto "ingozzamento", mentre alcuni produttori di foie gras americani e spagnoli dicono di aver trovato il modo di produrlo senza far soffrire gli animali con un "ingozzamento naturale". Sarà dura sospendere il consumo e la vendita di una delle leccornie più apprezzate al mondo, soprattutto perché - a quanto pare - l'ingozzamento naturale non dà foie gras altrettanto buono. È però importante continuare su questa strada, affinché la sofferenza gratuita a cui sono sottoposti questi poveri palmipedi abbia fine una volta per tutte.

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