mercoledì 22 luglio 2009

Ferrari: licenziato il progettista Iley, al suo posto Taddia

L'ingegnere inglese John Iley, il capo dell'aerodinamica e della galleria del vento, paga la scarsa competitività della vettura 2009. Al momento l'incarico è nelle mani di Tombazis, ma il predestinato a sostituirlo sembra Marco Taddia. Domenica si corre in Ungheria, Taddia sarà ai box da osservatore, in attesa di siglare il contratto. Ma scopriamo chi è Taddia, la stella dell'ingegneria aerospaziale.

Nasce a Cento, nell'Emilia Romagna rossa, culla delle migliori intelligenze italiane di fine secolo. Si laurea al MIT ancora minorenne, trascorre due anni in Giappone presso l'Accademia Yoroshiku Mecha Doc, dove brucia le tappe e diventa progettista della Toyota Celica 4WD che nel 1992 scalza definitivamente la Lancia Delta dal dominio nel Campionato del mondo rally. Successivamente si trasferisce alla Nasa, dove progetta l'ISS e la tiene in orbita nonostante i finanziamenti ogni anno più risicati. Il 10 giugno 2003 il suo team effettua il lancio dello Spirit su Marte, subito dopo propone una missione con equipaggio per approdare sul pianeta rosso, ma riceve un rifiuto e Taddia si ritira nel suo eremo centese. Durante gli anni successivi, si diletta con blog e social network, e diviene, secondo voci non confermate, il Manovratore Occulto dietro l'ascesa politica di Beppe Grillo. Stanco del suo autoesilio, da grande tifoso della Ferrari avrebbe deciso di rimettersi in gioco progettando la nuova F2010, chiedendo per se non un ingaggio multimilionario, ma la creazione di un team privato che studi e finanzi la costruzione di astronavi generazionali con motori nucleari di quinta generazione, per coronare il suo sogno più grande: l'esplorazione umana nello spazio profondo.
Nelle foto, due esclusive anticipazioni della F2010: il nuovo alettone che garantirà 7 secondi in più al giro, ed il nuovo rivestimento di duranio, che fenderà l'aria come una freccia.

AlettoneRivestimento

lunedì 6 luglio 2009

Il sogno di un mondo senza armi nucleari


Barack Obama è un po' il pupillo di questo blog, a lui è dedicato un mio vecchio post, e noi 4 amici ne abbiamo parlato tanto. Oggi ho scoperto quest'articolo del CorSera che riprende una notizia del New York Times, ed è come se contenesse lo stesso spirito ottimistico e costruttivo che abbiamo sposato noi.

Un mondo senza armi nucleari è il sogno di Obama da quando aveva 22 anni e frequentava la Columbia University a New York, un sogno che si porta dietro a Mosca e al G8 a l'Aquila. Lo testimonia un articolo da lui allora scritto per Sundial, il giornale universitario, intitolato "Spezzare la mentalità della guerra". Nell’articolo, emerso qualche mese fa e analizzato ora dal New York Times, Obama propose l'eliminazione degli arsenali atomici di tutte le grandi potenze. «Discutere di possibilità di primo colpo o di secondo colpo nucleare fa comodo soltanto agli interessi militari industriali con i loro miliardi» scrisse il futuro presidente degli Stati Uniti. «Non dobbiamo accettare tale logica perversa ma realizzare un mondo migliore» aggiunse Obama, elogiando il movimento studentesco che chiedeva di congelare gli arsenali sovietico e americano, ma suggerendo che bisognava andare oltre, arrivare al disarmo atomico.
MONDO LIBERO - Nell'83, quando Obama pubblicò "Spezzare la mentalità della guerra", era presidente il repubblicano Ronald Reagan, che aveva appena lanciato il progetto dello scudo spaziale poi ripreso da George W. Bush qualche anno fa. Reagan era contrario a un nuovo trattato allora in discussione, quello del divieto dei test atomici. Ma nel suo articolo Obama lo caldeggiò, sostenendo che il trattato sarebbe stato «il primo grande passo verso un mondo libero da armi nucleari» ("nuclear free world", una definizione che divenne lo slogan dei pacifisti). E denunciò «la silenziosa, continua avanzata del militarismo in America e la crescente minaccia di una guerra».
DIMOSTRAZIONI - Il professore Michael Baron, che in quel periodo tenne un corso di politica estera alla Columbia university , ricorda che Obama gli presentò una tesina «su come America e Urss potevano negoziare il disarmo». "Spezzare la mentalità della guerra" fu scoperto all'insediamento di Obama alla Casa bianca da Steven Brockman, un ex studente che pubblicò sullo stesso numero di Sundial un articolo sulla Germania, e che oggi insegna letteratura tedesca alla Carnegie Mellon università. Secondo Baron e Brockman, Obama partecipò alle dimostrazioni studentesche contro Reagan, compresa quella di un milione di persone a Central Park a New York, con cartelli con su scritto "Pane non bombe" e "Congela o brucia". Nella sua autobiografia il presidente non si è soffermato sul suo impegno anti atomico ma il New York Times osserva che dal suo ingresso al Senato nel 2004 Obama si è battuto per la riduzione degli arsenali nucleari. A Mosca, nota il giornale, vuole negoziare la riduzione delle testate atomiche da 2.200 a 1.500 per parte e rafforzare il trattato di non proliferazione. Conclude il New York Times che secondo Obama solo in un mondo del tutto denuclearizzato l'Iran e la Corea del Nord rinuncerebbero a procurarsi la bomba.

martedì 30 giugno 2009

Cosa mi piacerebbe sentir dire da un Premier dopo un terremoto, un incidente ferroviario o altro ...



Mi piacerebbe che, dopo un terremoto come quello dell'Abruzzo, o una vicenda tragica come quella dell'incendio del treno a Viareggio, il Presidente del Consiglio in carica, che fosse di centrodestra, di centrosinistra o altro, si presentasse subito in mezzo alla popolazione e dicesse: "Sono qui per portare la mia vicinanza, quella dello Stato, del Governo e delle opposizioni; vi assicuro che stanzieremo i fondi necessari per alleviare le vostre sofferenze, per ricostruire quanto tecnicamente possibile e al più presto, ma questo non è un mio "regalo", non lo faccio per aumentare consensi, perchè i soldi che arriveranno per aiutarvi non sono miei, sono i soldi che tutti gli italiani onesti che pagano le tasse hanno versato nelle casse dello Stato, quindi anche vostri soldi, delle vostre famiglie, dei vostri parenti, dei vostri amici... Quindi non ringraziate me, ringraziate solo loro!".